Il Santuario di San Luca e i suoi collaboratori
Verso la fine del 1600, sulla scia del concilio di Trento e dei nuovi fervori religiosi, cominciarono a formarsi in tutta Europa diverse aggregazioni, sia religiose che laiche. A Bologna successe qualcosa di analogo. Nello specifico, nel 1721 un gruppo di devoti, 63 donne e 63 uomini (in onore dei presunti anni di vita terrena di Maria SS.), prese l'abitudine di salire in processione al Santuario ogni sabato all'alba recitando il S. Rosario e cantando gli inni. Questo gruppo prese il nome di "Sabbatini" (appunto dal giorno della salita al Santuario).
Successivamente nel 1736, a causa del passaggio continuo di truppe straniere sul territorio bolognese, il più delle volte non "amiche" dei bolognesi, le porte della città cominciarono essere chiuse fino al mattino, impedendo così il passaggio e il pellegrinaggio dei Sabbatini, per motivi di sicurezza. Ma si sa, a fronte di una proibizione c'è sempre qualche ribelle pronto ad agire per conto proprio e in questo caso si trattò del Sabbatino Giuseppe Rossi, detto il "il Bottonaio". Egli infatti, voleva a tutti costi rendere omaggio alla Madonna di San Luca, così formò un gruppetto di Sabbatini "ribelli" i quali iniziarono puntualmente ogni sabato a salire al Santuario. I Sabbatini "ribelli" non solo adottarono insegne diverse durante la processione, ma introdussero innovazione all'interno della preghiera, recitandola non solo all'andata, ma anche al ritorno in città. In seguito, una volta ristabilito l'ordine tra i due gruppi, nacque la contesa su chi avesse diritto di salire al Santuario il sabato. Ad uscirne vincitori furono i Sabbatini, ma non per questo il gruppo dei "ribelli" si perse d'animo, scelsero anzi di adottare la domenica come giorno per il proprio pellegrinaggio. Nacquero così ufficialmente nel 1742 i Domenichini.
Fonte:
sanlucabo.org